Instagram ha 1 miliardo di utenti attivi mensilmente nel mondo e costituisce il principale canale di comunicazione per numerosi brand e influencer. Infatti sono sempre più numerosi i lanci di nuovi prodotti o gli annunci di partnership su questa piattaforma, ma la vera svolta per i marchi è la possibilità di essere a stretto contatto con gli utenti, tastandone le necessità e comprendendone gusti e trend. D'altro canto, i profili privati continuano ad usare il social network come "visual diary". Ma scopriamo più nel dettaglio a cosa serve instagram.
Come viene utilizzato questo social dai diversi tipi di account e quale genere di contenuti crea maggior engagement? Uno studio svolto sulle performance di 34.121 profili business e 5.4 milioni di post tra gennaio e giugno 2019 ha rivelato risultati davvero interessanti.
Per una panoramica dei dati considerati, essi possono essere suddivisi in sei gruppi (applicabili anche al vostro profilo Instagram nel caso vogliate studiarne l'andamento):
L'incremento dei profili è del 16%. Instagram cresce sempre più, di giorno in giorno. Come è possibile affermarlo? In base all'aumento medio dei fan delle pagine analizzate. Anzi, più precisamente, i profili analizzati sono cresciuti tra il 9.4% e il 16% in metà anno.
Il 68,2% sono singole immagini. Gli utenti su Instagram sono attanagliati da questa scelta: pubblicare una singola foto, un carosello o un video. Ogni tipologia di post ha il suo peculiare modo di raccontare una storia e quindi di creare engagement. In cosa consiste la percentuale tra i diversi profili?
Tuttavia i profili più grandi pubblicano più video: essi occupano infatti il 30% del piano editoriale, contro il 10% dei profili con meno follower. D'altronde parliamo principalmente di brand e influencer che condividono spot, interviste o altro genere di video avendo a disposizione alti budget per realizzare questi contenuti.
Infatti le immagini sono il formato di post che crea meno engagement: 24,9% in meno rispetto ai caroselli e 49% in meno rispetto ai video.
Il 67% dei post presenta dai 150 caratteri in su. Sembrerebbe che molti utenti e brand mettano un sacco d'impegno nell'ideare una didascalia all'altezza della pubblicazione: il 30,8% contiene 150 - 300 caratteri della descrizione, mentre il 35.8% usa più di 300 caratteri.
Sembrerebbe che la gente su Instagram si faccia un sacco di risate, dal momento che ovunque vediamo lei: 😂. Ma dal momento che la stabilità emotiva non è un trend sul social network, ecco che la seconda emoticon più comune è: ðŸ˜. In realtà, più del 50% dei post non è corredato da emoji, ma la maggior parte dei post che li impiegano ne include da 1 a 3.
Lo studio dimostra che maggiore è il numero delle emoticon, maggiore sarà l'interazione con il post (anche per profili privati con pochi followers); e dunque a parità di seguaci, più alto è il numero di emoji, più la pubblicazione creerà engagement.
Se vogliamo raggiungere un numero più alto di utenti e aumentare la visibilità del nostro profilo è necessario ricorrere agli hashtag. Nonostante ciò, il 28% non ne utilizza (salvo poi metterli nei post su Facebook, magari). Dallo studio emerge che:
Un altro dato rilevato è come il numero di hashtag inseriti è inversamente proporzionale al numero di followers: nei gruppi con oltre 10.000 seguaci il 37% dei post sono pubblicati senza neppure un hashtag. Questo a conferma di quanto la loro funzione consista nella ricerca di visibilità ed engagement.
Nonostante la maggior parte dei post venga pubblicata durante la settimana, è nel corso del weekend che gli utenti sono più attivi su Instagram. Il tasso di interazioni nel fine settimana è più alto del 27,3% rispetto a quello dei giorni feriali.
Per avere le idee sempre più chiare su come utilizzare al meglio Instagram per i tuoi canali, continua a seguire il blog di Key Associati! Comincia con lo scoprire le novità in arrivo su Instagram e Facebook.
Fonte: Quintly.com
© 2017 - Tutti i diritti riservati - P.I. 07558921008