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Algoritmo Google: come funziona BERT e cosa cambierà?



Pubblicato: 22-11-2019 Technologies

Cos'è BERT e come funziona? Il nuovo algoritmo Google sceglie risultati ancora più pertinenti leggendo le singole parole in relazione al contesto della query.

Google ha appena rilasciato il suo ultimo aggiornamento: una nuova versione dell'algoritmo rivoluzionaria con la quale gli esperti di SEO si ritroveranno presto a fare i conti. Il suo nome è BERT (Bilateral Encoder Representations from Transformers) e renderà sempre più umana l'intelligenza del motore di ricerca facendo in modo che risponda con ancora più pertinenza alle domande degli utenti. Scopriamo allora in cosa consiste il nuovo algoritmo Google e quali saranno le conseguenze per tutti coloro che interagiscono con il motore di ricerca (cioè il 90% degli utenti mondiali).

Algoritmo di Google: 15 anni di evoluzione per rispondere a domande che neanche noi sappiamo

I numeri di Google sono gigantesti sia in termini di utenti che in termini di ricerche giornaliere. Quest'ultime raggiungono cifre da capogiro quotidianamente: miliardi di query ogni giorno, il 15% delle quali digitate per la prima volta; e dunque miliardi di volte il motore di ricerca si ritrova a dover fornire risposte a domande sconosciute, rischiando di non centrare perfettamente il bisogno dell'utente. Tutte queste domande includono anche errori di digitazione, parafrasi, circollocuzioni per spiegare cose o concetti che evidentemente neanche noi sappiamo, figuriamoci un software. Dunque, non solo chiediamo a Google di rispondere alle nostre domande, ma molto spesso pretendiamo anche che ci legga nel pensiero. Quando viceversa la stessa query viene digitata centinaia, migliaia, se non addirittura milioni di volte, l'algoritmo ha modo di affinare la selezione dei contenuti da mostrare in serp, rendendo le pagine dei risultati sempre più "responsive". 

Ora, in questi 15 anni la grande G ha sostanzialmente lavorato per escogitare metodi di risposta a domande che, ovviamente, un computer non può anticipare (tanto meno se neanche noi sappiamo esprimere cosa vogliamo sapere). Da qui la lunga evoluzione degli algoritmi che oggi ci ha portati fino a BERT. 

Nonostante la continua implementazione delle capacità di comprensione del linguaggio artificiale, gli algoritmi continuavano a presentare delle lacune, soprattutto di fronte a query discorsive o particolarmente complesse. La dimostrazione? O meglio: la conseguenza? È il fatto che tutti noi spesso scriviamo nella stringa di Google in maniera davvero poco naturale, come se dovessimo indicare ad un alieno come arrivare a Termini con la metro B. Grazie alle ultime scoperte del team di ricerca sulla scienza della comprensione del linguaggio, l'algoritmo di Google ha subito un deciso avanzamento nella comprensione delle nostre query. BERT costituisce il più lungo passo avanti degli ultimi cinque anni dell'azienda e un vero e proprio salto in lungo nella storia della "Ricerca". 

BERT: come funziona il nuovo algoritmo Google?

Nel 2018 Google aveva introdotto e reso fruibile una tecnica di programmazione neuro-linguistica basata sulla rete neurale, chiamata "Bidirectional Encoder Representations from Transformers", meglio conosciuta come BERT. Il software permetteva a chiunque di testare l'avanguardistico sistema di risposta. 

Questa svolta è il risultato del lavoro di ri cerca di Google sui trasformatori: modelli che elaborano una parola in relazione a tutte le altre presenti nella stessa frase, piuttosto che esclusivamente a quella immediatamente prima o dopo. Perciò BERT è in grado di considerare l'intero contesto in cui una parola è inserita; di comprendere in maniera sempre più efficiente ed efficace le intenzioni di ricerca dell'utente, rispondendo finalmente alle domande che aleggiano vaghe e indefinite tra le nubi del nostro cervello e che neanche noi siamo in grado di porre correttamente a Google. 

Come semplificherà le nostre ricerche BERT? Ecco due esempi

Cosa significa questo per tutti noi? Quando sarà il momento di trovare e organizzare i risultati, BERT aiuterà Google a comprendere meglio le search intent. Attualmente è in fase di sperimentazione in inglese, ma in futuro il modello sarà esteso a molte più lingue. In particolare per le query lunghe e più discorsive, oppure in quelle in cui una proposizione contribuisce a creare il significato della frase, il motore di ricerca sarà in grado di comprendere il contesto della parola chiave cercata. Ma soprattutto: potremo fare una ricerca in una maniera più naturale.

Per lanciare questi miglioramenti sono stati svolti moltissimi test con lo scopo di assicurare l'effettiva utilità di tali cambiamenti. Ecco alcuni casi che mostrano l'abilità di BERT nel comprendere l'intenzione dietro la ricerca dell'utente. Dal momento che il nuovo modello è attivo solamente in versione inglese, anche i nostri esempi saranno in inglese. Eccone uno. 

Algoritmo google

Consideriamo la ricerca "2019 brazil traveler to usa need a visa". La preposizione "to" assume una funzione decisiva nel significato della query. Si tratta di un brasiliano che si sposterà verso gli Stati Uniti e non viceversa! Gli algoritmi precedenti non avrebbero compreso l'importanza della preposizione e sarebbero comparsi anche risultati utili per i cittadini statunitensi che viaggiano verso il Brasile. Grazie a Bert, il motore è in grado di cogliere questa "sfumatura" e sa che la comune parola "to" in realtà ha un significato semantico decisivo nel caso analizzato; di conseguenza saprà ottimizzare meglio i risultati da mostrare.  

Algoritmo google

Facciamo un altro esempio: “do estheticians stand a lot at work”. Prima il sistema funzionava creando match tra le keyword, inserendo anche “stand-alone” nei risultati associati alle query che presentavano "stand". Tuttavia è evidente come quell'uso circoscritto di "stand" fosse fuorviante rispetto alla reale search intent dell'utente. Il nuovo algoritmo Google, invece, comprende il significato circostanziale di "stand" in relazione al concetto di "lavoro", mostrando risultati coerenti con la ricerca. 

BERT e le altre lingue

Google comunica che sta lavorando anche alla declinazione del nuovo software in altre lingue, per facilitare e migliorare la ricerca in tutto il mondo. Una caratteristica rilevante di questi sistemi è che essi possono imparare dalla versione in una specifica lingua e applicare le nozioni a tutte le altre; perciò potranno essere generati nuovi modelli che si affinano direttamente dai progressi registrati in inglese (la lingua, tra l'altro, in cui la maggior parte dei contenuti web è scritta e dunque più utile per affinare l'efficacia dello strumento). Google sta attualmente impiegando un modello BERT, che migliora le prestazioni delle finestre di risultati, in due dozzine di paesi in cui questa funzionalità è disponibile, registrando significativi progressi in lingue come il Coreano, l'Hindi e il Portoghese. 

BERT è la "risposta" a tutti i nostri problemi? Certamente gli sforzi profusi da Google serviranno per rendere le nostre ricerche incredibilmente più naturali, ma questo nuovo algoritmo non è la perfezione e ancora non pensa come gli umani. Anche BERT continua a compiere degli errori (forse proprio perché vuole essere come noi?). Ad esempio, se cerchiamo “what state is south of Nebraska”, la miglior rispsota di BERT sarà una community chiamata “South Nebraska.” La comprensione del linguaggio continuerà ad essere un traguardo ancora per molto tempo e Google accetta la sfida continuando a migliorare il motore di ricerca.  

Fonte: Google

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