L'errore più comune è ridurre il marketing ad una mera strategia per piazzare un prodotto e venderlo il più possibile, ma non è così. O meglio, la vendita è sicuramente l'obiettivo finale che tiene in piedi tutta la struttura, ma la vera sfida consiste nel persuadere il pubblico della propria bontà e distoglierlo dai competitors. Come fare? Innanzitutto attraverso la creazione dell'immagine del brand che esprima i giusti valori e dunque di logo, tone of voice e look and feel. Ma come attirare l'attenzione dei consumatori e comunicare immediatamente allo stesso tempo? Scegliendo i giusti colori. Ecco perché oggi vogliamo parlarvi di psicologia, significato colori e brand identity.
Abbiamo già accenato a come una buona azienda si impegni per creare una relazione duratura con i propri consumatori, fatta di qualità dei prodotti, onestà e dialogo costruttivo. Ma come catturare l'attenzione delle persone e trasformarle in propri clienti affiliati? Mettendo in pratica la psicologia dei colori. L’impiego del colore giusto aumenta infatti dell’80% il riconoscimento del brand.
Pensiamo ad esempio a quando camminiamo tra gli scaffali di una profumeria. Quanto influisce il packaging nella scelta di acquisto di un profumo? Moltissimo. L'aspetto visivo è decisivo nel nostro comportamento più di quanto crediamo (anche perché non è l'aroma che ci ha fatto avvicinare a quella boccetta di fragranza in prima istanza!). E se finora, anche con il nostro esempio, abbiamo parlato di retail tradizionale, lo stimolo visivo resta l'unico motore sensoriale che ci orienta nella scelta online. Pensiamo ancora alla nostra ricerca di un profumo da acquistare: su un e-commerce non possiamo di certo sentirne l'odore (o almeno per ora), ma dobbiamo affidarci esclusivamente alla sensazione che ci trasmette la confezione. Ecco perché la scelta del colore diventa fondamentale. Ecco perché il colore è fondamental nella strategia di definizione di un brand.
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Ovviamente i significati attribuiti ai diversi colori sono convenzioni ereditate anche inconsciamente dalla cultura d'appartenenza. Nel caso della cultura occidentale la psicologia dei colori viene attuata nelle strategie di marketing per stimolare uno o l'altro comportamento d'acquisto.
Rosso, arancione, nero e il blu reale sono colori più adatti all’acquisto d’impulso: per questo li troviamo spesso nei fast food, negli outlet e nelle vendite promozionali. Il verde sono associate ad un acquisto basato sul risparmio: sono largamente utilizzati da banche e grandi magazzini.
Ma quali sono i valori associati ai singoli colori in Occidente?
Ma non è tutto. È necessario riflettere con attenzione sul colore da scegliere anche quando bisogna targetizzare le personas per delle campagne o nella scelta dei bottoni per le call to action. Il sesso è la prima variabile da considerare. Ad esempio, le donne amano il blu, il viola e il verde, rifiutando marrone e grigio. Viceversa gli uomini preferiscono il nero al viola.
Il 4 dicembre Pantone ha presentato il suo colore ufficiale 2020: il Classic Blu (PAntone 19-4052), spiegandone la natura meditativa, fortemente rilassante e rassicurante. D'altronde, già nel 1956 fu creata “la più perfetta espressione del blu” dall'artista francese Yves Klein che brevettò un proprio punto di blu oltremare, particolarmente intenso, che avrebbe dovuto spingere gli spettatori alla pura contemplazione. Due esempi che sembrano raccontarci come il blu sia universalmente il colore associato alla meditazione e alla tranquillità. Parlando sempre di questo colore, si racconta che Facebook sia blu in quanto Mark Zuckerberg è daltonico. In realtà non fu affatto una scelta dettata da inclinazioni personali, ma anzi ben ponderata (e possiamo dire che sia stata quella giusta dal momento che, nonostante Cambridge Analytica, quel blu continua a trasmetterci fiducia).
Il colore dell’anno nasce nel Pantone Color Institute, divisione di una società del New Jersey che include un’agenzia di consulenza. In fondo altro non è che una campagna di marketing per il brand Pantone, sempre più coinvolto in collaborazioni con grandi marchi come Airbnb e Sephora.
La tinta dell’anno viene selezionato da un gruppo di esperti che viaggia per il mondo e visitano eventi mondani e culturali come sfilate, fiere e mostre per rendersi conto delle tonalità più di moda e dei trend emergenti. «Quello che secondo me rende importate il colore dell’anno sono due cose: indica il colore del momento all’interno di un settore rilevante come quello della moda; e riflette quello che sta accadendo nella società», ha dichiarato la responsabile marketing, Kathryn Shah.
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